MX5 Passion Roma: 26.01.2014 Primo Raduno dell'anno
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Signori con infinito rammarico. NON POSSO VENIRE: HO LA FARINGITE.
Attendo vostre notizie.
no, attendiamo noi tue notizie
devo confermare il numero di iscritti domani sera, pertanto se stai meglio ti aspettiamo domenica, se non te la senti dimmelo entro questo termine in modo da non avere problemi in seguito.
ps
sei molto corretto nel non voler danneggiare gli altri, questo avverrà solo se si dice si per la conta di domani e non ci si presenta poi domenica......
ps2
anche se non te la senti cerca di venire lo stesso.....devi essere ancora battezzato e gattaP avrà sicuramente un toccasana per il tuo malanno....
Iscritto n° 3774 dal: 20/09/2013 18:18:53
Da: RM, un pò ovunque
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Sembra affidabile
Postato: 22 Gen 2014 alle 00:33
non mi piace gravare per "carenze" imputabili a me su terzi.. anche se di forza maggiore.
A parte questo io penso di riprendermi, anche perché Cesare son mesi che mi perseguita e manco 4 giorni a domenica.
Ma invece, la butto li, se venissi, stessi con voi ecc ecc ed evitassi di farmi i 100km in più del ritorno (stando vicino a lt tornerei in un attimo) sarebbe molto disonorevole?
in quel caso anche con 38 1/2 di febbre non avrei grossi problemi: tachipirina e sono come nuovo per 5 o 6 ore. Oltretutto la pontina è tutta dritta.
Per mangiare una soluzione la trovo sempre auhahuauhahuahuauhauhuha
sicuro che se tu rinascessi matita colorata, io sarei il tuo temperino!!!
37 quote prenotate per un totale di euro 30 * 37 = 1.110
in caso di assenze dell'ultimo momento questo importo verrà diviso tra i presenti.
E' fondamentale la puntualità nell'orario di arrivo al Museo (in prima pagina le coordinate GPS) in quanto dobbiamo entrare tutti insieme ed iniziare la visita guidata massimo alle 10.30.
All'arrivo troverete le indicazioni per raggiungere il parcheggio a noi riservato.
Chi vuole organizzare una discesa collettiva troverà un topic dedicato nella sezione incontri.
A domenica
Modificato da tipiaraldici - 24 Gen 2014 alle 10:32
La storia del nostro paese affonda le radici nelle attività agricole, sua principale fonte di produzione e sostentamento fino a pochi decenni fa. Per questo, uno dei padiglioni del Museo è dedicato propriamente ai mezzi agricoli d'epoca, grazie ai quali, durante tutti gli anni '30, è stato possibile trasformare radicalmente l'ambiente malarico e improduttivo delle Paludi Pontine, con opere di bonifica, di colonizzazione e di costruzione. In quegli anni il settore agricolo subiva la più grande rivoluzione che la storia umana ricordi: assistiamo all'ingresso della meccanizzazione di trattori, ruspe, vaporiere ed attrezzi per la mietitura.
Nella seconda metà degli anni ‘30 già si registra una grande carenza di trattori, nonchè un numero di macchine per l’agricoltura davvero esiguo, inoltre per gli agricoltori il costo dei modelli importati è praticamente inavvicinabile. Da qui è nata l'esigenza di modificare veicoli come automobili ed autocarri, in trattrici, ma fu anche un occasione per gli imprenditori di fondare delle case di produzione di macchinari per la terra interamente italiane.
Tra i mezzi agricoli d'epoca esposti, troviamo uno tra i primi trattori realizzati dalla Fiat, ed una collezione comprendente circa 350 esemplari che vanno dalle locomobili a vapore ai trattori con motori a petrolio, passando per i testa calda ed i diesel. Proseguendo, nel percorso si incontreranno carretti, autocarri, motocarri, motociclette, autobus, un antichissimo torchio oleario in legno, un aratro a chiodo, una rarissima Pavesi P4, erpici, seminatrici, imballatrici, trinciaforaggi e trebbiatrici. Non solo.
Per la gioia degli appassionati di mezzi agricoli d'epoca, sarà divertente ed istruttivo scoprire come funzionava una carbonaia, come si trebbiava il grano e come si costruivano crivelli, per capire come l’industria delle macchine per l’agricoltura, la cura del verde, il movimento terra e la relativa componentistica abbia avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia primaria, accompagnando con un lavoro instancabile di progettazione, sperimentazione, sviluppo tecnologico e produzione in serie, ogni fase dell’agricoltura.
Museo dei carri armati d'epoca della seconda guerra mondiale
Lasciatevi catturare dal fascino dei carri armati d'epoca usati dai militari durante la seconda guerra mondiale. Grazie al particolare allestimento del museo sarà possibile toccare con mano i veicoli esposti ed entrare al loro interno per provare il brivido di guidare dei macchinari così grandi e potenti.
Questo padiglione del museo ospita un gran numero di veicoli militari come autocarri, anfibi, semicingolati, cingolette, trattori d'artiglieria, trailer, jeep, ambulanze, motociclette e carri armati. Si tratta perlopiù di oggetti costruiti in Italia, in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti durante il decennio 1930-1940. Le ditte produttrici erano infatti di diverse nazionalità: fra i nomi italiani Bianchi, Lancia, Breda, Fiat, Alfa Romeo e Ansaldo Fossati. Rilevante, naturalmente, anche la produzione americana con nomi come Daimler, Leyland, Morris, Harley Davidson, Dodge, Ford e molti altri. L'industria tedesca era presente sul mercato con la Mercedes Benz, la Lanz e la BMW.
Visti con gli occhi del ventunesimo secolo i carri armati e gli altri veicoli esposti nel museo possono sembrare mezzi scomodi e ingombranti, ma per quell'epoca erano macchinari estremamente sofisticati, costruiti con una tecnologia innovativa e in continua crescita. L'industria militare era in quegli anni molto più avanzata dell'industria civile ed era in grado di produrre macchine altamente competitive. Molti di questi mezzi, infatti, dopo la guerra sono stati riconvertiti all'uso civile: in un apposito padiglione del museo potrete ammirare diversi veicoli nati per l'industria militare che, concluso il loro scopo, sono stati riadattati per diventare automobili o tram per il trasporto dei civili.
Questa sezione del museo sarà particolarmente attraente per i bambini e i ragazzi, che potranno divertirsi a passeggiare o correre fra i diversi veicoli e avranno l'occasione di toccare con mano i macchinari che hanno visto solo nelle foto dei libri di storia. Godetevi una suggestiva passeggiata tra i veicoli militari usati dai nostri soldati e dai militari americani, e lasciatevi trascinare in un'altra epoca a bordo dei nostri carri armati.
I carri armati sono stati usati per la prima volta durante l'epoca della prima guerra mondiale, e hanno visto in seguito, nel corso degli anni, una crescita esponenziale della loro tecnologia. Non si sa con certezza chi abbia inventato questo tipo di macchinario, ma i primi prototipi sembrano risalire addirittura al diciottesimo secolo. L'idea era quella di costruire una macchina con delle ruote all'interno di un nastro cingolato. I primi rudimentali carri armati comparvero quindi nella guerra in Crimea ed erano dei trattori a vapore in grado di muoversi anche sul terreno fangoso. In seguito furono dotati di motore a combustione interna e nel corso dei secoli divennero sempre più sofisticati dal punto di vista tecnologico. Il primo vero carro armato fu costruito dagli inglesi e fu battezzato Little Willie. Proprio gli inglesi hanno utilizzato il termine "tank" ("cisterna") per riferirsi a questi macchinari: si tratta di un nome in codice che aveva lo scopo di confondere il nemico, facendogli credere che si trattasse di una macchina innocua destinata all'approvvigionamento idrico dei soldati.
Il padiglione del museo Piana delle Orme ospita diversi tipi di carri armati, suddivisi in base alla tipologia, alla nazione di appartenenza e all'anno di costruzione. Grazie alla preparazione delle nostre guide potrete scoprire tutti i segreti di questo affascinante mondo: scoprirete il funzionamento del carro armato, la sua capienza, la sua velocità e la sua potenza. Potrete così mettervi nei panni dei militari che erano al comando di queste macchine e vivere un'emozione unica.
Il Museo sulla Seconda Guerra Mondiale
Fiore all'occhiello del Museo Piana delle Orme sono i padiglioni del percorso bellico dedicati alla seconda guerra mondiale: una fedele ricostruzione di luoghi, macchine, soldati e battaglie in grado di fare emozionare e riflettere. Non c'è modo migliore per conoscere gli eventi della storia di riviverli in prima persona potendo guardare e toccare gli oggetti esposti e ascoltare i suoni e le voci della guerra. Per gli adulti sarà un'occasione per ricordare eventi vissuti in prima persona o dai propri familiari, mentre per i bambini sarà un'occasione per imparare divertendosi.
Il percorso inizia con l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista. Sarà possibile ascoltare le parole di Mussolini che dal balcone di piazza Venezia annuncia l'evento di fronte a una folla sbigottita. Seguirete poi l'inizio delle operazioni militari e la partenza per il fronte dei nostri soldati. E' impressionante notare l'età dei membri dell'esercito italiano: molti di loro erano poco più che ragazzini e, nell'età in cui avrebbero dovuto divertirsi, andavano a rischiare la propria vita.
Il percorso ricostruisce l'ambiente dell'Africa settentrionale, teatro di molte battaglie che hanno visto l'Italia contrapposta alle truppe britanniche: vengono inscenati l'attacco italiano e il contrattacco inglese fino alla terribile battaglia di El Alamein. Si prosegue poi con lo sbarco degli Alleati sulle coste italiane: sono ricostruiti lo sbarco di un mezzo anfibio sulle spiagge siciliane e la fuga da Roma del re Vittorio Emanuele III. Dagli altoparlanti sarà possibile ascoltare il proclama del maresciallo Badoglio dell'8 settembre 1943 che annuncia che l'Italia ha chiesto un armistizio al capo degli Alleati, il generale Eisenhower, e che la richiesta è stata accolta.
Una sezione del museo è dedicata completamente alla battaglia di Cassino, che ha portato tragiche conseguenze per militari e civili italiani. Oltre ai pericoli subiti dagli uomini che si trovavano su quel fronte, la battaglia ha segnato un duro colpo anche per le bellezze artistiche della zona: i bombardamenti dei francesi hanno infatti distrutto la splendida abbazia benedettina. Gli spazi del padiglione ricostruiscono la drammatica situazione di quella battaglia: il visitatore potrà camminare con il fronte alleato impantanato nel fango e con le truppe tedesche lungo i sentieri della linea Gustav, ed entrare dentro a un ospedale da campo ricostruito perfettamente in tutti i suoi spazi.
Assistendo alla distruzione dell'abbazia benedettina e camminando fra le sue macerie il visitatore potrà rendersi conto dell'inutile ferocia di una guerra combattuta a livello mondiale, che non ha rispetto per la fede religiosa e non risparmia neanche i luoghi di culto. Conclude la sezione una galleria fotografica che ritrae la liberazione di Roma del 4 giugno 1944.
Un altro padiglione del percorso bellico è dedicato allo sbarco di Anzio del 22 gennaio 1944. Alle prime ore dell'alba gli abitanti di Anzio e Nettuno scorsero all'orizzonte migliaia di navi che appartenevano al VI Corpo di Spedizione americano: si riversarono sulle nostre coste circa 50.000 uomini e 18.000 mezzi militari. I tedeschi non tardarono a organizzare una controffensiva e le prime fasi del conflitto furono caratterizzate da ripetuti attacchi da entrambe le parti in cui persero la vita centinaia di soldati degli opposti schieramenti. Il padiglione ricostruisce le operazioni di sbarco, la battaglia dei Rangers, gli sfollamenti e un rifugio.
Una speciale zona del padiglione è dedicata al velivolo Curtis P40L, finito in mare a Latina il 31 gennaio 1944. L'aereo è stato ritrovato in fondo al mare 54 anni dopo dai membri dell'Associazione Archeosub ed è stato faticosamente portato sulla riva: dopo essere stato sottoposto ai necessari trattamenti di restauro e conservazione, il Curtis P40L ora esposto nei padiglioni del percorso bellico e può essere ammirato dai visitatori.
Non perdete l'occasione di visitare i padiglioni del museo bellico e di rivivere i momenti salienti della seconda guerra mondiale. Il nostro scopo è rendere quei momenti vividi e concreti per lo spettatore: per questo l'allestimento ha curato non solo la parte visiva ma anche gli aspetti collegati ai suoni, ai rumori e alle voci delle battaglie. Camminando nei nostri padiglioni sarà possibile capire la drammaticità di un conflitto bellico a livello mondiale e riflettere sulle profonde conseguenze che eventi di questo tipo si portano dietro.
Museo dei soldatini
Esattamente come le bambole d'epoca, i soldatini sono i giocattoli d'epoca legati, soprattutto, ai bambini di sesso maschile. Giocare a fare la guerra esattamente come il proprio padre aveva fatto da poco al fronte, inventare battaglie, scambiarli con altri bambini, sviluppava creatività e li aiutava nella socializzazione.
Giochi semplici che esercitano ancora un certo fascino, anche nei bambini di oggi. I soldatini non sono altro che riproduzioni in scala di un militare di una qualsiasi epoca e di un qualsiasi guerriero anche non appartenente ad un esercito regolare, quindi anche cavalieri, cowboy, pellerossa, pirati e altri personaggi correlati all'uso delle armi. I soldatini erano giocattoli estremamente diffusi, divenuti nel tempo oggetti da collezionismo.
Miniature di soldatini estremamente rifinite, realizzate in piombo, leghe metalliche, plastica o resina. Esiste una grande varietà di dimensioni dettate dall’uso che se nel vuol fare. Le scale più piccole sono legate al mondo dei wargame e sono dettate dall’esigenza di avere a disposizione intere armate in poco spazio in modo da riprodurre nel modo più dettagliato possibile complessi eventi bellici. Solitamente venivano realizzati prettamente in funzione dell'aspetto ludico. Più grandi di quelli da esposizione davano la possibilità di giocare anche in spazi più ampi e difficilmente potevano essere ingeriti.
Il vero boom del mercato dei soldatini va dalla fine dell'800 ai primi decenni del secolo scorso. Nel tempo, infatti, i bambini hanno cominciato ad abbandonare questo intrattenimento per dedicarsi ad altri giochi. Anche se la diffusione di massa, anche in Italia, ci fu nel secondo dopoguerra. Nella storia della produzione dei soldatini va citata la ditta inglese Britain che a fine '800, con un nuovo metodo di produzione (soldatini cavi), riuscì ad accelerarne la produzione a ritmi altissimi ad un costo ridotto. In questo modo i soldatini, una volta appannaggio dei giovani benestanti, approdarono via via a masse sempre più grandi di bambini e adulti appassionati.
Nel periodo fra le due guerre mondiali la scarsità di materie prime costrinse le case produttrici a trovare materiali alternativi come latta e gesso. È di questo periodo la produzione tedesca della ditta Elastolin che in periodo di forte recessione inizia a fabbricare soldatini con una miscela composta da cartapesta, colla e gesso detta comunemente pasta. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’avvento della plastica segna una nuova era per i soldatini che diventano un giocattolo di massa. Il nuovo materiale poco costoso e facilmente modellabile inonda i negozi di giocattoli con milioni di soldatini prodotti da centinaia di ditte.
Certamente questi soldatini non hanno la qualità di quelli in piombo, ma hanno indubbiamente un loro fascino e molti sono ricercati dai collezionisti. Grazie ai soldatini e ai materiali utilizzati per la loro realizzazione è possibile ricostruire anche la storia del Novecento. Ultimamente i soldatini hanno preso d'assalto i negozi di giocattoli tornando di moda e mostrare ai bambini come giocavano i loro nonni è un modo semplice e accattivante per farli appassionare alla storia. Il Museo Storico di Piana delle Orme offre validi spunti per illustrare la quoditianità di una vita passata ma che non bisogna dimenticare.
Museo delle bambole da collezione
I nostri oggetti parlano di noi. Se si tratta di oggetti appartenenti al periodo dell'infanzia, attraverso colori e loro integrità, parlano di come eravamo, di cosa ci piaceva. I giochi fanno parte di noi e sono la nostra storia. Visti da adulti ci creano sensazioni piacevoli e ravvivano emozioni. I giocattoli d'epoca possiedono indubbiamente un fascino unico e meraviglioso, perchè riescono a farci viaggiare nel tempo.
Empaticamente possiamo vivere le emozioni di una bambina che, un tempo, giocò con delle bambole o che, con il viso segnato dal tempo, si era ritrovata a stringere quella bambola a sè con tenerezza. Molto diverse dai giochi moderni le bambole rendevano piacevoli i momenti di ritrovo. Durante il Novecento, la scarsa quantità di giochi, le rendeva oggetti di culto da parte delle bambine. Giochi ambiti, semplici che da sempre hanno conquistato le bambine di ogni epoca e le hanno trasformate in piccole donne intente ad accudire pargoli.
Le bambole sono pezzi di storia, attraverso la loro osservazione è possibile ricostruire anche la storia dei diversi materiali impiegati per la realizzazione e la loro penetrazione nel mercato manifatturiero italiano. Le bambole sono oggetti da collezione e splendide realizzazioni d'artigianato. I visi di cera, porcellana o vetro, espressivi e curati nei minimi dettagli, stimolavano fantasia e capacità creativa.
Le bambole sono oggetti da collezione per cultori, nostalgici e per chi sa apprezzare splendidi manugatti, spesso molto preziosi, realizzati a mano con materiali particolari e accuratamente rifiniti nel disegno delle linee e delle forme e nei vari dettagli. Vi sono le bambole da collezione storiche e tradizionali, in ceramica, stoffa, vinile e porcellana, e le più moderne bambole realizzate in plastica, spesso oggetto di interesse perchè dotate di un forte grado di realismo. Inoltre, i diversi tessuti che vestono le bambole da collezione tendono ad arricchirle e ad abbellirle, rendendoli prodotti unici e stimati.
Piana delle Orme offre un percorso attraverso i ricordi, offrendo bambole da collezione e giocattoli d'epoca. È interessante mostrare ai bambini di oggi come e con cosa giocavano i loro coetanei di un tempo, i loro nonni. Ed è un'occasione per loro per avere un confronto reale tra quello che oggi hanno e quello che era possibile avere nel Novecento, un secolo così vicino al nostro ma così diverso. Toccare con mano anche la povertà delle famiglie nel dopoguerra. Un percorso di apprendimento e crescita per i bambini di oggi. Un'esperienza unica e formativa che è possibile fruire in un ambiente sano e immerso nella natura come quello di Piana delle Orme.
Modificato da tipiaraldici - 24 Gen 2014 alle 10:49
da domenica la scopa monterà questo lampeggiante sul parabrezza onde essere identificata senza dubbi (ogni riferimento al matsuda ed al matsuda de noantri è puramente casuale ma voluto....)
ps
domenica la scopa sarà anche identificata da un assetto diciamo ....... imbarazzante il famoso strecthat by benny....
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