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Iscritto n° 9 dal: 02/10/2006 12:33:16
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Mezza soletta
Topic: La crisi (serio) Postato: 09 Mar 2009 alle 17:19
Si sente sempre parlare di crisi e recessione, purtroppo la situazione è reale in giro tira una brutta aria, ma... nella vostra vita, quella di tutti i giorni, quella fatta delle vecchie sane abitudini, che cosa è cambiato?
In poche parole, la crisi la sentite sulla vostra pelle o la percepite nell'aria e basta?
Da parte mia ho subito solo un taglio della mazzetta dei quotidiani giornalieri (passati da 5 a 2) ed il taglio delle trasferte non strettamente necessarie quindi non è cambiato poi molto, anzi il mio stipendio è uguale (anche un pò più alto) e il calo dei prezzi mi da l'idea di avere un maggiore potere d'acquisto
Modificato da tabaccaio - 09 Mar 2009 alle 17:22
NCrc CALIMERO
#passionstaisereno
La differenza tra un uomo ed un bambino è nel costo dei suoi giocattoli
io sto dando da mangiare ai miei figli pane, ricotta, cipolle e cocce de noci.
Il 30% dei miei clienti non mi paga e non lo farà per un bel pò.
Noi professionisti siamo i primi a risentirne (qualunque azienda comincia a non pagare i professionisti e finisce per non pagare dipendenti e fornitori di merci, dopodichè c'è il fallimento)
Io la crisi la avverto già da settembre e mi fanno ridere i politici che minimizzano.
Non è abbastanza chiaro che questa primavera perderanno il lavoro in MILIONI, solo in Italia.
Non migliaia, milioni.
Tutti i miei clienti, ma proprio tutti, stanno cominciando a ridurre il personale. Saltano subito i precari (ovviamente), co.co.co. e co.pro. addio al solito rinnovo del contratto.
E a Roma lo si sente relativamente, grazie alla presenza del settore pubblico o parastatale che da lavoro a moltissimi.
Su al Nord secondo me tra un paio di mesi cominceranno le barricate e ci scapperà pure qualche morto.
Ho un cliente che abita nel paese dove c'è lo stabilimento Indesit, che sta licenziando 6.000 (seimila) dipendenti.
In pratica TUTTO il paese lavorava alla indesit. Immaginate che situazione....
AAAA giovane introverso
con compagna estroversa
volentieri intraversa.
anche tardissimo.
Si sente sempre parlare di crisi e recessione, purtroppo la situazione è reale in giro tira una brutta aria, ma... nella vostra vita, quella di tutti i giorni, quella fatta delle vecchie sane abitudini, che cosa è cambiato?
In poche parole, la crisi la sentite sulla vostra pelle o la percepite nell'aria e basta?
Da parte mia ho subito solo un taglio della mazzetta dei quotidiani giornalieri (passati da 5 a 2) ed il taglio delle trasferte non strettamente necessarie quindi non è cambiato poi molto, anzi il mio stipendio è uguale (anche un pò più alto) e il calo dei prezzi mi da l'idea di avere un maggiore potere d'acquisto
infatti ce l'hai.
E' la prima conseguenza della crisi: viene (finalmente) restituito potere di acquisto a chi l'aveva perso (dipendenti) in seguito all'aumento dei prezzi causa euro.
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Iscritto n° 116 dal: 20/03/2008 14:35:44
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Postato: 09 Mar 2009 alle 20:01
Qui a Milano si sente tanto. Anzi, tantissimo.
Io mi sento miracolata ad avere trovato un lavoro a tempo indeterminato, e pagato meglio di quello precedente (dove per 4 anni dico 4 continuavano a farmi contratti capestri a tempo determinato con vari escamotage...perché per 4 anni non si potrebbe, ma c'è chi tutto può). La società di head hunting con cui ho trovato quest'ultimo lavoro mi ha chiamato dopo una settimana dicendomi 'ti piace, sei contenta? bene! se anche dovessi cambiare idea, vedi di fartelo piacere perché non c'è nulla in giro o quasi, e tieniti stretto quel che hai' (e parliamo di un tipo di lavoro, quello di segreteria di presidenza o alta direzione di aziende, per cui c'è sempre stata molta richiesta e ricambio, perlomeno a Milano, soprattutto se si ha esperienza). Non oso veramente immaginare cosa succede per altri ruoli.
Cmq, io personalmente sono tranquilla (anche se sono in prova fino ad inizio maggio, ma per ora sta andando tutto bene) ma mi preoccupo molto per amici e conoscenti vari e per la situazione di per sé, anche se il resto della mia famiglia (fratelli cognati etc) dovrebbe essere 'salvo'. A parte i cugini (2 su 3 rischiano il posto di lavoro nelle loro aziende, entrambi a Roma - annunciate mobilità e prossime casse integrazione. A 43 e 47 anni non sarà facile trovare un altro lavoro, in caso siano tra gli 'eletti').
Una delle società principli dell'azienda in cui lavoravo ha annunciato un ridimensionamento con taglio di 300 persone circa. Non raggiungiamo le dimensioni di quanto descritto da k71, ma io che conosco una parte di quelle 300 persone già mi sento male per loro.
E questa - tanto è pubblica oramai come cosa, è uscita anche sui giornali - è un'azienda che fino a l'altro ieri era molto florida, la Sanpellegrino.. Non oso neanche pensare quante persone taglierà Nestlé food, la società da cui provengo io, entro l'anno.. e sono sempre più convinta di aver fatto nonbene, ma benissimo, a non accettare la loro controfferta quando mi sono dimessa. Ma veramente l'ansia e l'angoscia per i numerosi ex colleghi amici mi viene.
In altri settori, beh... mi basta pensare al marito di un'amica, sentita pochi giorni fa, che lavorava nell'IT, quadro in una società, project manager, guadagnava sui 2000euro al mese. Ora lavora in un help desk (da project manager è in sostanza passato a rispondere all'help desk e aiutare chi si è perso un'icona sul desktop, per esempio...) e guadagna la metà. A progetto. E non trova altro (a Milano, non a Isernia. Con 20 anni quasi di esperienza).
Ecco, anche se sto bene io, e sto anzi meglio e guadagno di più di pochi mesi fa, queste cose mi intristiscono tantissimo, e mi mettono un po' d'ansia. lavoro vicino al dormitorio pubblico di Milano (bella zona..) e inizio a vedere quando passo la sera in macchina una serie di persone che non sembrano veramente i classici barboni che ci si vedevano fino a qualche mese fa. Anche coppie. Boh, non vorrei esagerare io, ma a me una certa preoccupazione viene eccome, e mi sembra che la situazione sia veramente grave, e potrà solo peggiorare.
Sì, vero, ho uno stipendio più alto di prima (diciamo che finalmente ne ho uno un po' più adeguato per la mia esperienza lavorativa, era prima che era troppo basso) e sicuramente un maggiore potere d'acquisto. questo lo vedo. Ma contenta non sono per niente, no. Anzi.
pensavo con il nuovo lavoro e migliore stipendio sarei andata in giro a spendere e spandere e invece...non me la sento proprio. ecco, prima abitudine cambiata, per quanto mi riguarda: cerco di risparmiare ed eliminare un po' di cose superflue (vestiti extra, creme e cremine super costose, parrucchiere continuo, etc).
io da settembre (avevo anche postato un apposito thread) sto cercando di ovviare al -30% di entrate comprimendo le uscite in egual misura.
Faccio la spesa con molta + attenzione e sono riuscito ad abbatterne il costo mensile del 40%.
Consigli?
Frutta e verdura solo di stagione e solo al mercato, MAI al supermercato dove costa circa il doppio (spesso anche il triplo) e la qualità non è nenche paragonabile. l'insalata fresca va pagata 1 € al kg, non 2 o più.
Prodotti x la casa: negli appositi negozi low cost, approfittando anche delle offerte. ci si va 2 volte al mese e quando trovi un prodotto ad un prezzo buono ne compri per tutto l'anno.
La carne la compro in campagna, dal produttore, e me la congelo. Nel bagagliaio ho un bel frigo da viaggio con presa-accendisigari.
E via cosi'...
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Eliminato il parrucchiere, lavaggio auto...a mano e fatto da me, creme e cremine...evito quelle costose e compro quelle più commerciali. Telefonino.....ridotto drasticamente! Niente accelerazioni con la macchina. Paòestra vicino casa e molto più economica.
Zero vestiti....e se si solo scontati (ma questa filosofia applico da sempre).
Preoccupazione nell'aria! Tanta....e poi penso sempre che gli altri siamo noi e che potrebbe succedere anche a me!
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Da: RM, Monte Mario
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Postato: 09 Mar 2009 alle 22:59
Faccio il rappresentante (impiantistica per il commerciale) i negozzi sono sempre piu vuoti e tanti tirano giu le serrande, ma ci sono anche attività che andavano bene e continuano ad andare bene. quindi posso dire che si sente in questo senso.
Per quanto riguarda il mio tenore di vita non è cambiato, ma vivo con i miei che lavorano entrambi e fortunatamente non ci manca nulla.
Iscritto n° 136 dal: 09/04/2008 15:55:04
Da: Verona (Provincia di Roma)
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Postato: 09 Mar 2009 alle 23:43
In questi casi,secondo me,più sei piccolo,meno soffri.
Mi riferisco in primis all'azienda dove lavoro,dove,fortunatamente,non sei un numero che un qualsivoglia megadirettore capo del personale può depennare tranquillamente perchè manco sa come sei fatto.
E' indubbio che se le cose vanno male e la baracca affonda,affondo insieme a tutto quanto(e sarebbero caxxi)..Ma pare che sia più difficile che non in una multinazionale megagalattica.
Finora le cose vanno bene(bene per dire che non vanno peggio),ma il personale è stato ridotto all'osso e mi tocca fare anche il lavoro che,in condizioni "normali",farebbe qualcun altro preposto per quello.Ma va bene cosi..Il lavoro è quello di prima(inteso come fatturato);i pagamenti slittano,ma anche prima non è che arrivassero tutti con i soldi in bocca..
Tenore di vita...Immutato,francamente.Non avendo famiglia,però,è più facile mantenere inalterato il tenore di vita...
Iscritto n° 136 dal: 09/04/2008 15:55:04
Da: Verona (Provincia di Roma)
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Postato: 09 Mar 2009 alle 23:58
Il problema,purtroppo,è che in Italia non siamo molto propensi alla "rinuncia".Per cui soffriamo di più...Facciamo rateizzazioni per pagarci le vacenze,la macchina,le tette nuove e via dicendo.
Il tutto coincide con un fatto per me importante(almeno per quello che mi riguarda):
-una volta andavamo al bar e prendevamo il caffè=1000 lire
-poi arriva l'euro,siamo andati allo stesso bar e ci hanno chiesto 60 centesimi.Abbiamo calcolato e ci siamo detti:"sono circa 1200 lire.Vabbè,dammi 'sto caffè,la vita aumenta,è normale;
-oggi andiamo al bar,prendiamo il caffè e non ce ne frega nulla se ci chiedono anche 90 centesimi.Non perchè non sia giusto che il caffè aumenti.Ma non facciamo più quel calcolo che ci permetteva di capire se il caffè fosse caro o meno.E la stessa cosa succede con tutto quello che si può acquistare.
E' vero,la vita aumenta comunque,sarebbe aumentata anche se rimaneva la lira.Ma non facciamo più "quel calcolo".E non calcoliamo più se un bene è caro o meno.Lo compriamo.
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Postato: 10 Mar 2009 alle 00:50
Postato originariamente da Ombra
Il problema,purtroppo,è che in Italia non siamo molto propensi alla "rinuncia".Per cui soffriamo di più...Facciamo rateizzazioni per pagarci le vacenze,la macchina,le tette nuove e via dicendo.
Il tutto coincide con un fatto per me importante(almeno per quello che mi riguarda):
-una volta andavamo al bar e prendevamo il caffè=1000 lire
-poi arriva l'euro,siamo andati allo stesso bar e ci hanno chiesto 60 centesimi.Abbiamo calcolato e ci siamo detti:"sono circa 1200 lire.Vabbè,dammi 'sto caffè,la vita aumenta,è normale;
-oggi andiamo al bar,prendiamo il caffè e non ce ne frega nulla se ci chiedono anche 90 centesimi.Non perchè non sia giusto che il caffè aumenti.Ma non facciamo più quel calcolo che ci permetteva di capire se il caffè fosse caro o meno.E la stessa cosa succede con tutto quello che si può acquistare.
E' vero,la vita aumenta comunque,sarebbe aumentata anche se rimaneva la lira.Ma non facciamo più "quel calcolo".E non calcoliamo più se un bene è caro o meno.Lo compriamo.
hmmm, in parte concordo ma solo in parte. nel senso che - credimi - in Italia siamo molto più propensi alla rinuncia che in altri paesi. Io ho vissuto per 5 anni in inghilterra, dove tutti erano indebitati fino all'osso, pur di andare in vacanza, comprare vestiti fighetti, bersi litri di birra etc, molto prima che la cultura del debito e del finanzaimento per qualsiasi cosa arrivasse da noi.
A me faceva un'impressione mostruosa il poter andare in rosso sul conto con l'overdraft, in sostanza avevo la possibilità di andare in scoperto di 1500 sterline (la sterlina passò da 2.200 euro a 3.300 negli anni in cui ho vissuto lì) senza interessi e per una studentessa, anche se post lauream, non era poco. Il problema lì è che così ti abitui a vivere oltre i tuoi limiti, come se quelli fossero tuoi soldi.
E infatti io avevo tutti amici universitari, dottorandi, specalizzandi etc che a 30 anni avevano anche già 10.000 sterline di debito. Roba per me da pazzi, all'epoca, non sono cresciuta con la cultura del debito, anzi vengo da una famigli in cui il debito e le rate erano concepibili solo per un mutuo o al massimo, ma proprio se devi cambiarla per forza e non hai soldi, e non per sfizio, per la macchina.
Ora questo modo di vivere è in parte arrivato anche in Italia...ma sempre niente rispetto ad altri paesi. Palravo proprio pochi giorni fa con un mio amico italiano che vive a Londra e lavora lì da anni, sposato con una ragazza inglese e con due bambini, e gli chiedevo come andava con la crisi etc... Lui mi ha risposto 'beh sai, io da buon italiano ho sempre vissuto facendo i conti con quel che avevo, evitando di fare i passi più lunghi della gamba come fanno questi qui. e infatti nonostante la crisi sia pesantissima, riesco a pagare il mutuo e ad avere affrontato con gioia la seconda gravidanza di mia moglie e il fatto che nn lavorerà per bel po' (in Inghilterra, beneché crediate sia un paese modello in termini di modernità e tutela della maternità, la normativa è lontana anni luce rispetto a quella italiana. La maternità dura pochissimo e o si torna presto a lavorare - e non esistono gli asili nido - o si resta a casa, come spesso succede) mentre pare che tutti o quasi i suoi amici e colleghi siano disperati ed indebitati fino all'osso.
E non parliamo di contesti disagiati e disgraziati, eh...il mio amico è professore di storia all'University College di London, e la maggior parte dei suoi amici e colleghi sono ricercatori e professori universitari.
Insomma, la nostra crisi è molto grave, e sono la prima a dirlo. Ma non credo sia vero che 'in Italia non sappiamo rinunciare a nulla'. Di tutti i paesi che conosco bene, mi sembra quello invece più risparmiatore e, fortunatamente, "all'antica" in questo senso
Inghilterra e Stati Uniti in questo senso stanno veramente peggio. Anzi, Stati uniti peggio di tutti, perchè almeno in Inghilterra un minimo di stato sociale esiste ancora. Assistenza sanitaria, etc. Negli States se perdi il lavoro, sei invece - perdonate il simpatico temine - fottuto.
Sto vedendo proprio ora il tg 2 con un servizio sulle job fairs negli Stati Uniti, con i manager che vanno a cercare lavoro, migliaia e migliaia, e rivendono le case all'asta a due lire. E infatti lì si inizia a parlare di 'depressione', lo stato oltre la 'recessione'.
BTW, ad avere due soldi e qualche giorno di ferie, questo sarebbe il momento di andare a fare un bel giretto a Londra, che per la prima volta nella storia è per noi conveniente ed economica . Se qualcuno ci va, me lo faccia sapere che gli commissiono un po' di acquisti, please :-)
Iscritto n° 299 dal: 22/01/2009 09:38:14
Da: CT, catania
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Postato: 10 Mar 2009 alle 08:04
Come dipendente di una grossa azienda ospedaliera regionale mi sono sempre sentito tranquillo, seguo le notizie dei tg e vedo che molta gente è rovinata, ma io grazie a Dio, ai miei titoli di studio, ed ai miei trenta anni di onorato servizio, essendo la mia una azienda che eroga salute, ed essendocene purtroppo tanta gente che ne ha bisogno, continuo ad essere tranquillo..
Quoto Unknow (io in campagna ho un bell'orticello, giusto domenica sono tornato massacrato per una bella zappatura - 5 ore....) pre semina.
Quoto Isotta, noi, soprattutto le vecchie generazioni (nate nel 1935-1950 e relativa prole (nati nel 1965-1980) siamo fortunatamente abituati a fare i conti con la propria tasca ed anche a rinunciare, ed infatti la crisi sta pesando molto meno che nei paesi anglosassoni, dove la vita a debito è lo standard.
E, per concludere, per fortuna abbiamo uno stato sociale che funziona, e molto bene. Lasciate perdere i commenti su alcuni fatti di malasanità, su alcune strutture ospedaliere, etc. La realtà è quella fotografata in un attenda indagine dell'OMS qualche anno fa: insieme alla Francia abbiamo il miglior sistema sanitario pubblico del mondo, primeggiamo (ossia siamo i migliori al mondo) in qualità dell'assistenza medica ed invece perdiamo punti (rispetto alla Francia) nella qualità e manutenzione delle strutture e nelle liste di attesa per gli esami medici. E non crediate che gli ospedali siano come alcune strutture del meridione o di Roma; qualunque ospedale del centro nord impressiona, sotto tutti i punti di vista.
Ovviamente in questa classifica USA e UK erano agli ultimi posti nei paesi del primo mondo, cosa che potrà tranquillamente confermarvi qualunque amico o parente che vive in questi paesi (mia zia è sposata ad un inglese e vive a londra da 40 anni. Per QUALUNQUE visita, operazioni e simili, prende l'aereo e va o all'ospedale di Pisa o a quello di Udine).
Ed anche la scuola dell'obbligo, dalla materna al liceo, da noi è ottima.
Almeno i servizi di base, insomma, li abbiamo, e li abbiamo ottimi.
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