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scrotoclasta

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Danko
Divoratore di copertoni

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 Postato: 20 Mar 2017 alle 12:25
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Per 8 anni ho seguito i GP di formula uno come fotografo per una rivista italiana. Non c'era ancora il digitale e scattavi sperando di aver preso l'auto nel punto giusto, che la foto non fosse mossa o controluce. Scattavi decine di rullini che venivano portati in aeroporto di corsa e spediti in Italia a Bologna dove venivano sviluppati e le foto migliori pubblicate. Negli ultimi anni c'erano già le macchinette super elettroniche, non digitali, ma piene di aiuti. Un giorno a Rio durante il Gp arriva una pioggia improvvisa, non prevista e senza preavviso nemmeno di un minuto. Anzi, non era pioggia ma un vero uragano!!! I fotografi smisero di fotografare perchè se le macchinette si bagnavano addio elettronica. Io portavo sempre con me una macchinetta completamente meccanica vecchio stile. Feci le foto aggiustando esposizione e tempi basandomi sull'esperienza. In quei pochi minuti molte auto uscirono di pista e ci furono due incidenti proprio dove ero posizionato. Il giornale fu l'unico che pubblicò quelle foto grazie alle mie foto e alla macchinetta meccanica!!!! Ancora oggi mi diletto a fotografare in digitale ma aggiustando io esposizione e tempi Nell'ultimo anno di F1 arrivarono le digitali e le foto le spedivano via internet. Fine di un'era
Modificato da Danko - 20 Mar 2017 alle 12:27
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nato per correre
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scrotoclasta

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 Postato: 20 Mar 2017 alle 12:39
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Tipi ritorna alla fotografia analogica..
La scelta è caduta su una Canon FTB acquistata nel 1976 e che fu la mia seconda macchina dopo una Voigtlander Vito II con la quale avevo cominciato a mettere in relazione tempi e diaframmi...
Il corpo macchina Canon si presentava in ottime condizioni; essendo una fotocamera reflex completamente manuale e meccanica l'ho preferita alla macchina che la sostituì, una Nikon FE.
Inattiva da tanti anni è ripartita subito al primo colpo con quel suo rassicurante rumore metallico rassicurante che accompagnava ogni pressione sul pulsante di scatto.
Il primo problema da risolvere è stato il blocco del diaframma dell'obbiettivo 50mm. ho scoperto che le lamelle venivano spesso lubrificate con un olio che dopo tanti anni si solidificava bloccandone lo scorrimento....non sapevo che se si decide di non usare la lente per un periodo conviene metterla a riposo con il diaframma totalmente chiuso ed io non lo avevo fatto.
Inoltre tra i due blocchi di lenti si erano formati dei depositi che ne richiedevano l'apertura..
il costo di un intervento era sicuramente maggiore del costo di una lente usata ed infatti sulla baia della perfida albione ho trovato un cinquantino in condizioni pari al nuovo ad un costo pari ad un paio di sere in pizzeria.
altro problema.... la macchina aveva un esposimetro alimentato da una batteria al mercurio, la px625 oramai introvabile perchè inquinante.....
senza batteria la macchina non riporta nel mirino l'indicazione della luce percepita ma io sono vintage, ancora mi ricordo come si gioca con tempi e diaframma ed allora.....gioco...
--segue..
Modificato da tipiaraldici - 20 Mar 2017 alle 12:40
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il tritaradici nazionale e la sua monella
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scrotoclasta

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 Postato: 20 Mar 2017 alle 13:16
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pochissimo, dicevo, costa tutto quello che viene dall'analogico sino a che non torna di moda....
anni fa compravo vinili a cassettate a pochi euro, intere collezioni regalate nel nome del Dio Bit e della promessa eterna purezza....
adesso guardo i cd D.G. delle 9 Sinfonie Beethoveniane, comperati nel lontano 1984 e divenuti illegibili mentre ascolto i 180 grammi comperati dieci anni prima girare sul piatto....
e pochissimo è costato un 135 3.5, anche questo in perfette condizioni e senza danni sulle lenti, trovato a due spicci svalutati in un paesino di quella che tra poco sarà una ex della nostra comunità....
quindi la FTB aveva adesso a sua disposizione un 28 2.0, il 50 1.4 ed un 135 3.5..
il valore di tutto questo non arriva ad un terzo di quanto ho pagato l'ultimo cinquantino sulla sorella digitale...
il valore all'epoca....ancora me lo ricordo, corpo e lente costavano l'equivalente di uno stipendio di un insegnante delle superiori...
ero pronto a caricare la prima pellicola 135
...segue...
Modificato da tipiaraldici - 20 Mar 2017 alle 13:40
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il tritaradici nazionale e la sua monella
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 Postato: 20 Mar 2017 alle 13:58
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ma quale pellicola ?
chiaramente un bel bianco e nero perchè
il bianco e nero ti permette di concentrarti sull'immagine mentre il colore è distrazione !!
mi serviva poi un supporto ben conosciuto e che sapessi manipolare e gestire correttamente con un esposimetro ballerino....
insomma un classico, l' ILFORD FP4..... ne ho scattati chilometri prima di essere folgorato, per esigenze giornalistiche, dalla DIA...
ebbene si.....
a quei tempi (1977) pubblicavo articoli correlati da foto su AutoGrandPrix (testata che voleva provare a contrastare il settimanale bolognese più titolato e diffuso...) ed era d'obbligo scattare in positivo.
Quanti ricordi......anche sfuggiti; ad esempio non ricordavo che lo scatto analogico non registra i metadati da nessuna parte e quindi, per provare il perfetto funzionamento della macchina e del computer cerebrale del fotografo....ho registrato tutti i dati di scatto in un comodo taccuino con la fida matita (altra mia mania le matite......sempre appuntite ed usate fino all'ultimo).......
ed è stato bello poi ritrovarsi a fare lo zoom a piedi....perchè con le ottiche fisse per costruire l'inquadratura ti devi muovere avanti e indietro...fio a comporre quello che avevi in mente, con calma, cercando il giusto taglio di illuminazione e la giusta luce, morbida, quella più bella, quella delle giornate coperte.......
e quel rumore, lo specchio che si alza, l'otturatore che scorre, lo specchio che scende per dirti che la tua azione di fissare una idea si è compiuta...e quel gesto stupido di guardare il dorso della macchina dopo lo scatto.....su questo dorso non vedi nessuna anteprima, al massimo vedi il quadratino che hai staccato come promemoria dalla scatola della pellicola ed inserito nella tasca per ricordarti su cosa stai scattando..
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il tritaradici nazionale e la sua monella
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"django"

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"django"

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Cavaliere dei rottami

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l' HDmin

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scrotoclasta

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er banana intollerante

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 Postato: 21 Mar 2017 alle 10:30
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Per la batteria esiste un adattatore con stabilizzatore di volt interno. Comprane 2, uno mi serve per la OM-1 :)
Approvo la tua scelta, ovviamente. Visto come scatti prova le "Nuove" pellicole ferrania o il panf 50+!
2" f3,5, esposimetro esterno perchè il selenio ha i suoi limiti. Kodak portra 400.
Modificato da bse50 - 21 Mar 2017 alle 10:32
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Non auro sed ferro recuperanda est patria - M. Furius Camillus
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 Postato: 21 Mar 2017 alle 11:42
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la pellicola su cui lavorerò è la KODAK TRI X 400, supporto che esiste dal 1954....
è famosa per la sua adattabilità alle situazioni difficili, ai forti contrasti e risponde molto bene anche a sviluppi "tirati".... consentendo di arrivare ad un numero di iso assai superiore al 400 di targa...
e qui faccio un inciso...
tutto (o quasi) quello che sto raccontando in questa condivisione di pazzia, si può ottenere con una moderna digitale settata completamente in manuale.
non usi lo zoom.... non usi l'autofocus e metti un bel quadrato nero sopra lo schermo posteriore.....
il digitale ha un grande vantaggio...non ha (quasi) limiti fisici... l'analogico limiti ne ha ma ti devi ingegnare a superarli...
l'iso è uno di questi: è l'indicatore della sensibilità del sensore.
nell'analogico il sensore è la pellicola, la luce colpisce la chimica che reagisce.
nel digitale il sensore è elettronico....un piano di fotodiodi che, colpiti dalla luce inviano un segnale elettrico (analogico) che viene convertito in digitale e compone la foto.
la pellicola ha un iso definito che non puoi modificare durante l'utilizzo dell'intero "rollino"...
il digitale può settare l'iso in qualsiasi momento consentendo di adeguare la ripresa alle condizioni di luce....
nel primo caso se sei uscito con una pellicola "standard" a 125 iso e ti trovi davanti la foto del secolo con Magic80 che al lume di candela firma l'accordo di cessione del forum al barchettapassionroma... puoi solo che mangiarti le mani....e...
e pensare che avendo una digitale in mano avresti potuto solo cambiare un settaggio e disporre di una foto perfettamente esposta utilizzabile come ricatto....
con l'analogico devi pensare a come portare a casa un risultato con i mezzi che hai e che puoi modificare solo limitatamente...
minidama non riusciva a capire il perchè non fosse possibile:
1) vedere immediatamente come è venuta la foto
2) decidere al momento di scattare a colori o in b/n
dopo essere stata punita sul secondo punto (in digitale si scatta sempre in RAW per poi decidere se portare lo scatto in bn) se ne è andata sconsolata al racconto che, tornando dalle vacanze, dovevi aspettare almeno una settimana per vedere che magari avevi toppato tutte le foto...... mentre adesso tre decimi di secondo dopo aver scattato (tutte foto cartolina perfette) la foto è già sui social....
ripeto, l'analogico è difficile (non impossibile) ma istruttivo e riflessivo... ed infatti adesso in camera oscura minidama è al mio fianco a respirare sani vapori di acidi di sviluppo e fissaggio....
...segue..
Modificato da tipiaraldici - 21 Mar 2017 alle 11:44
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 Postato: 21 Mar 2017 alle 12:08
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torno un istante sul discorso iso perchè aiuta a comprendere le potenzialità (a volte inutili) del digitale.
una pellicola con numero ISO doppio di un altro ha sensibilità doppia e, a parità di condizioni, richiede la metà del tempo di esposizione.
Come per i tempi di esposizione e le aperture del diaframma, anche per quanto riguarda gli ISO il passaggio da un numero all'altro si indica in gergo stop: aumentando/diminuendo di uno stop la velocità della pellicola si raddoppia/dimezza la quantità di luce.
con l'analogico personalmente non sono mai andato oltre gli 800 asa.... con il digitale ho moltiplicato quel numero parecchie volte anche se ciò introduce il cosi detto "rumore"....
pensate alla pellicola come una gelatina stesa su di una finestra; per far passare più luce la tirate e la gelatina si "sgrana" un po...
nell'analogico se si tira molto si perde di definizione e l'immagine viene sgranata ed i fotografi smaliziati diranno che è l'effetto "Pepper" (dall'autore della foto sopra) che cercavano... nel digitale l'eccessivo "tiraggio" genera lo stesso effetto che viene chiamato in gergo rumore...
se la pellicola arriva a 3.200 iso una Nikon D4 arriva se non erro a 204.800 iso........
ricordatevi che ad ogni raddoppio (stop) di iso si dimezza la quantità di luce necessaria. Quindi a parità di luce entrata si può utilizzare un tempo più rapido per impressionare pellicola/sensore.
tempo e diaframma....le due componenti da mettere in equilibrio per far arrivare al sensore/pellicola la giusta luce, o quella che riteniamo giusta per ottenere un certo effetto !
...segue...
Modificato da tipiaraldici - 21 Mar 2017 alle 12:08
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er banana intollerante

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 Postato: 21 Mar 2017 alle 12:29
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La fotografia è una questione di variabili.
Scegliendo a casa quale pellicola portarsi dietro se ne toglie una e ci si può concentrare sulle uniche altre 2 "variabili" tecniche: tempo e diaframma.
La composizione non c'entra, anzi c'entra ma assorbe ed è al tempo stesso assorbita da T e A. Quindi non c'entra. Anche se...
Ad ogni modo il digitale ha innegabili vantaggi, tutti rivolti alla facilità di utilizzo. In studio si può controllare direttamente sul pc come sono messe le luci, addio dorsi polaroid.
In strada, in ambito sportivo, a casa si può valutare e correggere in corsa cosa si sta facendo.
L'unico problema è il colore. Il sensore scatta sempre a colori. Può esser Foveon, Bayer, X-trans... sempre a colori scatta. Colori poi convertiti in una scala di grigi composta da 255 miseri gradini.
Ecco, che si fottano quei miseri gradini. Il B\N della pellicola, stampata senza digitalizzarla, ne ha giusto un po' di più. Tanti di più. Un ascensore quanto a progressività. Due foto uguali, stampate rispettivamente in b\n digitale e analogico, avranno sempre qualcosa di diverso. La durezza di un mosaico rispetto alla precisione della china.
Lo stesso dicasi per il colore. Tralasciando giocattoli come Sony e Panasonic produttori come Fujifilm, Canon e Nikon hanno una riproduzione dei colori ottima (Fuji in primis). Il problema è che per ottenere ogni singolo colore devono occupare più pixels. Pointillism che per essere gradevole deve pur sempre esser visto da lontano.
La pellicola non è così, la pellicola è gradevole e genuina. Non c'è interpolazione per ottenere una immagine. C'è solo luce, un pezzo di vetro e una striscia di robaccia chimica.
Detto ciò non cambierei mai il digitale quando scatto per necessità e non per diletto. Col digitale il risultato è certo, con l'analogico no.
Il punto è che io non scatto quasi mai per dover portare a casa un risultato ed i venditori di pellicola, laboratori di sviluppo e stampa e loro prole ringraziano.
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Non auro sed ferro recuperanda est patria - M. Furius Camillus
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